Quando scade una cartella esattoriale
Quando viene creata una cartella esattoriale da parte di Equitalia, questa può cadere in prescrizione. Questo vuol dire che dopo un determinato periodo di tempo, il contribuente non è più tenuto a pagare. È infatti previsto dalla legge, che consente a creditori pubblici e privati, di poter far valere la richiesta solo con un tempo limitato, per garantire la certezza nei rapporti giuridici.
Alla fine del periodo stabilito, il debitore può liberarsi da ogni tipo di obbligo; diventa quindi molto importante controllare le date. I termini variano poi a seconda del tipo di pretesa, che siano da sanzioni amministrative, da tributi e tasse.
Scadenza per sanzioni amministrative
Nel caso di multe la procedura segue un iter:
- Il procedimento riguardante una sanzione amministrativa inizia con l’invio del verbale di accertamento che va notificato entro 90 giorni dall’accertamento della violazione. Dopo quei 90 giorni, il termine scade. In caso il 90° giorno sia festivo, si passa al primo giorno lavorativo successivo;
- Di seguito, non oltre i 5 giorni dalla notifica, viene notificato un ulteriore atto, detto ordinanza di ingiunzione, a meno che non sia proposta un’impugnazione. Quando si tratta di multe a seguito di una violazione del codice stradale, l’ordinanza viene proposta solo quando il conducente propone il ricorso al Prefetto, e questo sia stato rigettato;
- Infine viene notificata la cartella esattoriale: questa va notificata da Equitalia entro i cinque anni successivi alla notifica dell’ordinanza di ingiunzione, oppure l’ente a cui spetta il tributo puà anche non incaricare Equitalia e passare ad un’ingiunzione di pagamento. In caso il termine di 5 anni non venga rispettato, la cartella va in prescrizione.
In alcuni casi l’ente potrebbe aver inviato un atto interruttivo della prescrizione, come può essere un avviso di mora, oppure una diffida di pagamento. In questo caso il termine di prescrizione ritorna a decorrere, e il termine non è più di cinque, bensì di dieci anni.
Come ottenere l’annullamento
Il modo più diretto per evitare che Equitalia passi a misure estreme, con atti esecutivi o cautelari, è quello di agire subito con il ricorso al giudice per avere l’annullamento della cartella esattoriale, consultandosi con l’avvocato.
Prima di fare questo però, è possibile presentare l’istanza di autotutela: questa però non sospende i termini per il ricorso al giudice, nel caso Equitalia dovesse restare in silenzio. In caso l’ente se non dovesse rispondere entro 220 giorni, il ricorso sarà accolto.